Immagine di copertina del post The Five Star Stories - Una cartografia musicale

The Five Star Stories - Una cartografia musicale

Il seguente articolo è tratto dal numero 0 della rivista cartacea Keiko - Bedroom Comics Criticism: clicca qui per accedere all’indice completo del numero.

Introduzione

Tra i tanti universi immaginifici concepiti dalle menti creative del fumetto giapponese nel corso degli anni, quello di The Five Star Stories è senza dubbio uno dei più complessi e peculiari che un lettore occidentale possa mai ardire di esplorare. Il magnum opus di Mamoru Nagano, dalla fortunata e ormai pluridecennale storia di pubblicazione in patria ma poco noto al di fuori dei confini nipponici, presenta singolari caratteristiche stilistiche che lo qualificano come oggetto anomalo anche nel variegato contesto del manga sci-fi e del filone real robot.

Dopo pochi ma intensi anni trascorsi all’interno dello studio di animazione Sunrise in qualità di artista factotum – animatore, sceneggiatore, chara e mecha designer per serie quali Mobile Suit Zeta Gundam e Heavy Metal L-Gaim – e collaboratore di figure di spicco dell’industria quali Yoshiyuki Tomino e Yoshikazu Yasuhiko, Mamoru Nagano (classe 1960) decide di reindirizzare le proprie urgenze espressive su carta stampata dando vita al proprio personale e vastissimo macrocosmo fantascientifico: nell’aprile 1986 esordisce sul celebre magazine Newtype dell’editore Kadokawa Shouten il primo capitolo di The Five Star Stories (d’ora in poi abbreviato per comodità in TFSS), articolatissima space opera ancor’oggi in fase di espansione e ambientata nel lontanissimo futuro dell’Ammasso Stellare del Joker.

L’apparente soggetto principale del manga sono le imprese dell’Imperatore Amaterasu, sfuggente ed imperscrutabile monarca di natura ermafrodita e attributi semidivini: impegnato nella millenaria opera di riunificazione sotto il proprio nome delle nazioni dei 5 sistemi solari del Joker, sfrutterà a suo favore tutte le proprie doti superumane e risorse belliche per raggiungere il suo obiettivo finale. E la maggiore risorsa bellica nel mondo di TFSS è una formidabile combinazione trina: i mastodontici robot da guerra chiamati mortar headd, i potenti Cavalieri umani che li pilotano e le leggiadre co-pilote androidi che fungono da tramite “uomo-X-macchina”, le fatima. Proprio l’approfondimento dell’enigmatica natura totipotente delle fatima all’interno del cosmo di TFSS (a seconda delle circostanze bambole meccaniche senz’anima o dee, congegni portatrici di morte o ultimo stadio evolutivo della vita, servitrici dal destino già programmato o creature supremamente libere) sarà, assieme alla campagna di conquista interplanetaria di Amaterasu, uno dei perni narrativi primari della serie – nonché uno degli aspetti più affascinanti ed evocativi dell’intera opera. Amaterasu, i Cavalieri e le rispettive fatima si ritroveranno a vagare per un mondo futuristico che, similarmente alle saghe di Star Wars e Dune, presenta elementi più assimilabili all’immaginario fantasy medievale che alla hard science fiction vera e propria: castelli, draghi e combattimenti di spade vanno regolarmente a braccetto con astronavi, sofisticati robot e altri mirabolanti ritrovati tecnologici. Per seguire le gesta dell’ampissimo cast di figure sopracitate Mamoru Nagano finirà ben presto per sfilacciare la propria storia in una (non di rado confusiva) matassa di sub-plot e linee temporali collaterali, balzando avanti e indietro nei secoli con noncuranza e allungando all’inverosimile le traiettorie narrative percorse dai suoi personaggi. L’autore stesso paragona la configurazione interna del manga a quella di un frattale – un oggetto relativamente semplice nelle proprie premesse strutturali ma che, osservato progressivamente sempre più nel dettaglio, finisce per rifrangersi e ripetersi infinite volte. Nel sedicesimo volume del manga pubblicato nel 2021 l’artista si divertirà persino a far esclamare ad uno dei protagonisti che non sono apparsi nemmeno il 20% dei personaggi della storia complessiva: un meta-commento da interpretare probabilmente in chiave autoironica, ma comunque rappresentativo della natura orgogliosamente aperta e illimitata dell’opera.

Oltre che per le tematiche affrontate e la speciale impalcatura narrativa The Five Star Stories si rende ben riconoscibile per un ulteriore elemento: l’estetica. Prima ancora che per storia e contenuti il manga cattura l’attenzione per il maniacale e originalissimo lavoro di character design svolto da Mamoru Nagano: in particolar modo balzano subito agli occhi l’ipersofisticato stile dei mecha e la cura minuziosa per l’abbigliamento dei personaggi. Prima ancora che micidiali macchine da guerra umanoidi i mortar headd sono capolavori di complessità progettuale ed eleganza visiva, capaci di incutere col loro aspetto maestoso e impossibilmente elaborato quasi un timore sacro. A tratti sembra di osservare delle vere e proprie cattedrali gotiche semoventi (diversi mortar headd portano nomi quali Ashra Temple, Gust Temple e Blood Temple), tant’è l’abbondanza di guglie, frange, paramenti e altri ornamenti barocchi; tale aspetto verrà pure ulteriormente esasperato con l’operazione di restart e redesign di vari aspetti del manga, effettuata dall’autore a partire dal tredicesimo volume (e di cui si parlerà più avanti). L’aura soprannaturale di queste gigantesche macchine viene poi magnificata dal gusto registico di Mamoru Nagano, che centellina le loro apparizioni e le sospende solitamente in vaghi ambienti di battaglia privi di coordinate spaziali, dominati da nubi di polvere e in cui i mecha si ergono in statiche pose monumentali.

Altrettante energie creative sono state poi profuse nel design degli indumenti di tutti i personaggi di TFSS: questo mondo fittizio in bilico fra un passato medievaleggiante e un super-futuro indefinito permette all’artista di sbizzarrirsi nella creazione di una vasta gamma di abiti e accessori eccentrici, pescando ispirazioni da più fonti e riadattandole ai vari contesti socio-ambientali della storia (le sfarzose corti dei nobili, il fronte di guerra, città esotiche di ispirazione mediorientale e altre di più familiare stampo europeo). Tali abiti vengono calati su corpi dall’aspetto snello e oltremodo affusolato (in special modo le fatima, ninfe esili e diafane sino al parossismo), spesso in abbinamento a folte chiome di capelli svolazzanti e sembianze androgine: il fenotipo è simile a quello di certi personaggi eterei di Leiji Matsumoto (influenza fondativa per Nagano, che durante la giovinezza fece pure parte di un circolo di appassionati chiamato “Arcadian”) o degli shojo manga di autrici quali Moto Hagio e Riyoko Ikeda, più che a quello dei protagonisti di altre produzioni con soggetto bellico/robotico e target di pubblico prettamente maschile. Molti aspetti relativi all’ideazione di mecha e indumenti vengono inoltre approfonditi in prima persona dall’autore nel ricchissimo apparato di note che accompagna i capitoli dei vari volumi, nelle quali sono fornite ampie spiegazioni dietro le varie scelte di design e quantità massicce di nozioni extra per dettagliare sino alla nausea ogni aspetto dell’universo di TFSS. Infodump elevato ad arte.

E proprio scrutando i dettagli di questo elaborato lavoro di worldbuilding e character design è possibile scorgere in trasparenza alcune passioni personali di Mamoru Nagano, espresse sia sotto forma di omaggi visivi che di riferimenti nominali. Oltre ovviamente all’amore per il modellismo (a sua volta vera fortuna per TFSS, visto il successo in patria della linea di model kit dedicata ai famigerati mortar headd) è evidente l’interesse dell’autore per il mondo delle automobili e dei veicoli militari, esplicitato sia attraverso la cura nel design dei mezzi da battaglia non-robotici sia tramite nomi-tributo disseminati fra le pagine (fra i nomi di personaggi e mecha è possibile incappare in alcuni quali “Testarossa”, storico modello Ferrari, oppure “Henschel”, azienda meccanica tedesca attiva nella produzioni di locomotive, aerei e carri armati). Vi è poi la già precedentemente citata passione per la moda, articolata attraverso il disegno di splendidi abiti che raccolgono influenze dall’arte rinascimentale italiana, dalla tradizione medievale giapponese, dalle uniformi militari europee e dagli arditi modelli dell’haute couture anni ’80 e ’90. Infine, non pochi personaggi della serie portano il nome di figure leggendarie della mitologia greca: ad esempio, un importante trio di fatima del manga composto da Alekto, Tisiphone e Megaira omaggia le Gorgoni, le tre celebri creature femminee dallo sguardo mortale affrontate da Perseo. Pasithea, Parthenos, Achilleus, Andromeda sono altri nomi di fatima di derivazione ellenica e mitologica in cui il lettore si può imbattere nel corso della serie - probabilmente inseriti per donare un’aria epica alla storia ed anche per richiamare le tipiche denominazioni di origine greco-latina di tante costellazioni e corpi celesti.

Oltre a questi esiste però un ulteriore e specialissimo interesse dell’autore che trasuda dai vari capitoli del manga (soprattutto nella prima parte della serie), più precisamente sotto forma di numerosi nomi-citazione, e che a differenza dei precedenti risulta difficile da contestualizzare all’interno della narrazione di The Five Star Stories: la musica. E non musica qualunque, ma una moltitudine di gruppi e musicisti occidentali spesso non molto noti e appartenenti a nicchie sonore ben specifiche: dietro i nomi di evidente origine francese, italiana, tedesca o inglese di tanti Cavalieri, fatima e mortar headd si nascondono in realtà le identità di talentuosi artisti realmente esistiti o titoli di album da loro pubblicati – con una tale frequenza da suscitare inevitabilmente delle domande. Perché una storia di guerre interplanetarie, robot giganti e poteri mistici trabocca di riferimenti a gruppi progressive rock, compositori classici e producer di musica elettronica? Per provare a rispondere a tale quesito ci si è premurati innanzitutto di inquadrare esattamente questo aspetto tramite una mappatura quanto più completa di tutti gli omaggi musicali presenti nel manga, in forma di un elenco ordinato che metta in relazione ogni nome-tributo con la (possibile) reference originaria. A tale elenco si è scelto inoltre di associare anche alcune premesse introduttive, relative sia alla metodologia del lavoro di ricerca effettuato che alla natura stessa della lista – riflessioni potenzialmente utili anche per comprendere alcune delle dinamiche dietro questa curiosa scelta espressiva di Mamoru Nagano.

Da sinistra a destra: illustrazioni ritraenti Atropos, Lachesis e Clotho, il trio di fatima principale di The Five Star Stories. Immagini tratte da F.S.S. Designs 2 Addler: Juno (Kadokawa Shouten, 2007).

1° premessa: fonti ed evidenze.

Nella sua lunga e articolata intervista in lingua inglese per Forbes pubblicata nel 2019, Mamoru Nagano racconta anche l’evoluzione nel corso degli anni del suo personale rapporto con la musica. Come milioni di suoi coetanei, viene esposto sin da bambino al fenomeno globale dei Beatles e della musica pop americana: se però nei primi anni della giovinezza il suo approccio all’ascolto è sostanzialmente passivo ed epidermico, nel corso dell’adolescenza e della prima età adulta l’artista sviluppa un interesse particolarmente fervido e quasi ossessivo nei confronti della musica, che lo spinge a documentarsi minuziosamente su di essa e ad esplorare nel dettaglio anche anfratti sonori più distanti dalla sensibilità popolare. Così, oltre a sviluppare un bagaglio culturale sull’argomento che definisce come “enciclopedico”, Mamoru Nagano stesso comincia a produrre la propria musica: inizia a suonare il basso, entra a far parte di una rock band e si esibisce in numerosi concerti dal vivo. Riferisce di aver suonato più volte con la sua formazione presso le basi militari statunitensi di Yamato e Atsugi dopo aver lasciato l’università (ove avrebbe svolto anche studi musicali), e di aver seriamente considerato in gioventù la carriera musicale come principale sbocco lavorativo e campo espressivo. Arriverà persino a farsi bonariamente chiamare dai suoi amici col nomignolo di “Chris”, in riferimento al bassista del gruppo progressive rock inglese Yes, Chris Squire.

Nel corso degli anni Nagano tornerà più volte alla musica: in particolar modo, nella seconda metà degli anni ’80, pubblicherà a suo nome una serie di image album (raccolte di musica ispirate ad opere preesistenti e che si pongono come ideale colonna sonora) dedicati anche a The Five Star Stories. Buona parte di queste composizioni tradiscono alcune delle influenze musicali dell’artista: le note di synth ariose ricordano a fasi alterne sia i solenni paesaggi interstellari della kosmische musik anni ’70 sia le melodie appiccicaticce dei gruppi synth pop del decennio successivo; la sezione ritmica si fa a volte più cupa e martellante lambendo territori industrial, a volte si traduce in pulsazioni di batteria affogate nel classico gated reverb anni ‘80; a tutto ciò si aggiungono infine tastiere, assoli di chitarra elettrica in salsa proggy e la voce acuta e squillante della musicista e moglie di Mamoru Nagano Maria Kawamura. Il mix finale alle orecchie odierne risulterà probabilmente in linea con le sonorità cheesy e luccicanti tipiche di un gran numero di produzioni pop e rock di successo del periodo ottantiano, occidentali e non.

Per quanto la passione per la musica di Mamoru Nagano sia quindi un dato certo e ben documentato, ci sono tuttavia poche conferme esplicite delle influenze sonore e delle citazioni musicali presenti in The Five Star Stories. L’unica sostanziale sorgente di informazioni in questo senso è l’articolo-intervista di 2 pagine presente all’interno di The Five Star Stories Outline, volume pubblicato nel 2001 per celebrare i 15 anni di pubblicazione del manga e contenente numerosi contenuti esclusivi tra cui illustrazioni, character profiles e altri approfondimenti sull’opera. In tale intervista, introdotta da una fotografia che ritrae l’autore seduto su un enorme tappeto di vinili provenienti dalla sua collezione, Mamoru Nagano racconta in prima persona il proprio rapporto con la musica occidentale e dell’evoluzione che a suo dire ha avuto nel tempo il pubblico orientale nella fruizione della stessa: l’artista afferma con tono amaro (sebbene sovente smorzato da battute autoironiche) che l’audience giapponese si approccia alla musica estera in maniera poco consapevole e senza alcuno spirito critico, trascinata solo dalle sensazioni della moda e dalla smania consumistica. Oltre a esporre tali riflessioni, si cura anche di segnalare alcuni album da lui amati e rivelatisi fondativi per la genesi di TFSS: i dischi raccomandati (nello specifico 20 consigli musicali brevi e 8 più approfonditi) confermano l’interesse onnivoro dell’artista, che sembra spaziare senza pregiudizi in ogni genere e guardare con vivo interesse sia ai classici del passato che alle promesse del futuro. Tutti i nomi e le informazioni di base relativi agli album citati nell’intervista sono stati riportati per dovere di completezza al termine di questo articolo, oltre che essere menzionati ove necessario all’interno della lista di riferimenti musicali.

Al di fuori di questo scritto contenuto in The Five Star Stories Outline, tutte le altre interviste all’autore al momento reperibili non approfondiscono nel dettaglio gli ascolti e le conoscenze dell’artista - rendendo quindi difficile tracciare linee di collegamento certe tra un determinato nome e il riferimento musicale originario. Per quanto non vi sia certezza assoluta che un dato nome nel manga sia un riferimento musicale (o sia quello corretto), è possibile tuttavia delineare casi in cui la probabilità è se non altro maggiore delle altre. Nello specifico, i nomi di diversi personaggi o località nella storia sembrano riferirsi ripetutamente alle stesse specifiche band e alla loro produzione musicale: ad esempio, i nomi dei membri e dei dischi degli Amon Düül II (gruppo rock tedesco degli anni ’70) compaiono nei capitoli di TFSS con una frequenza tale che è difficile pensare a ciò solo come una coincidenza fortuita. Oltre a questo, sono rintracciabili varie altre verosimili citazioni a band della stessa nicchia crono-musicale degli Amon Düül II – elemento che rafforza indirettamente la certezza che l’autore desiderasse omaggiare nell’opera artisti occupanti spazi contigui nella sua collezione di ispirazioni.

In conclusione, questo elenco di possibili citazioni musicali in TFSS non ha la pretesa di essere esaustivo né totalmente corretto in ogni sua voce, dato che appunto non v’è modo di trovare sempre conferma dell’esattezza di tutti i riferimenti individuati. Tuttavia, proprio come una vecchia carta geografica disegnata a mano, potrebbe risultare utile come mappa generale per orientarsi nel mondo di ispirazioni e suggestioni musicali di Mamoru Nagano, e come base di partenza per esplorare poi per conto proprio tale dimensione. Tutti i riferimenti bibliografici utili per raccogliere informazioni sull’autore, sulla sua carriera e il suo contesto socioculturale, oltre che sull’opera di traduzione e su tutti i musicisti citati sono in ogni caso menzionati in fondo all’approfondimento.

Mamoru Nagano circondato dai suoi vinili di musica rock. I due album tenuti in mano dal mangaka sono NEU! 75 dei NEU!, gruppo krautrock tedesco (1975, Brain) ed il primo album omonimo dei New York Dolls, band glam rock americana (1973, Mercury). Foto tratta dall’intervista apparsa su The Five Star Stories Outline, 2001.

2° premessa: lingua e traduzione.

Il lavoro di ricerca è stato svolto sulla base dei contenuti della prima e ad oggi unica edizione italiana di The Five Star Stories (Flashbook Edizioni, 2010) e la relativa traduzione realizzata da Yupa (volumi I-XII) e da Gill George De Gregorio (volumi XIII-XVI); tale edizione è al momento anche la sola al mondo, all’infuori dell’originale, completa e pressoché in pari con la pubblicazione dei volumi giapponesi.

Una larga parte dei riferimenti musicali presenti nel manga è legata ai nomi propri dei protagonisti, ai loro titoli onorifici o a denominazioni di località geografiche, di solito riportati all’interno dei balloon o negli apparati di note presenti alle estremità dei volumi: tali nomi, di frequentissima origine o ispirazione occidentale, prendono forma nel corso della storia sia attraverso il sistema di scrittura katakana giapponese che attraverso la trascrizione degli stessi termini in caratteri latini. Questo viaggio “occidente-oriente-occidente” effettuato dai nomi durante il ciclo vitale dell’opera comporta inevitabilmente una serie di distorsioni linguistiche e relative difficoltà di adattamento: al lavoro già complesso di conversione di termini di origine non-giapponese dal katakana all’italiano si aggiunge il problema delle trascrizioni in lettere latine realizzate dall’autore stesso, come da tradizione nipponica spesso non accurate (per esempio il nome di origine greca di una delle protagoniste del manga, Lachesis, viene ri-trascritto dall’artista come “Lachisis”). Come se non bastasse, il quadro complessivo è reso ancor più confuso per via del fatto che Mamoru Nagano, in determinati casi, cambia la trascrizione del medesimo nome nel corso della pubblicazione dell’opera: compaiono dunque nel medesimo volume “Lachesis”, “Rachesis” e “Lachisis”, oppure il cognome “Balansh” si trasforma più volte in “Balance”.

Il traduttore Yupa, come dichiarato in uno degli approfondimenti pubblicati sul suo blog, si è premurato di svolgere un lavoro di traduzione dei nomi di ispirazione occidentale quanto più accurato possibile, al fine di salvaguardare e rendere riconoscibili al lettore italiano i riferimenti originari (inclusi quelli musicali): le citazioni, ove individuate, sono state quindi restituite nella corretta forma primitiva, e non in quella distorta e rimpastata dalle penne e dalle lingue giapponesi. La presente opera di indagine filologica è stata pertanto possibile soprattutto per merito dei traduttori italiani, che hanno sicuramente già svolto in corso di traduzione (e quindi direttamente sulla base dell’opera originale) gran parte di questo lavoro di ricerca – e che questo scritto ha il solo obiettivo di rendere consultabile e ordinato.

3° premessa: pubblicazione e trama.

The Five Star Stories è stato ed è ancora oggi pubblicato sulle pagine della rivista mensile Newtype, che ha ospitato la serie per la sua intera vita editoriale dall’aprile del 1986 sino ad oggi, e poi raccolto dall’editore in 17 tankobon. Al momento della stesura di questo articolo sono stati tradotti in italiano i primi 16 volumi (il 17esimo è di recente uscita in Giappone); pertanto, si segnala che l’ultimo volume non è stato coperto dal lavoro di ricerca.

Come già descritto in precedenza, il complesso intreccio di eventi narrati in TFSS si è dipanato nel corso della pubblicazione del manga in maniera apparentemente sparsa e non-lineare: le storie di centinaia di personaggi sono disseminate lungo un continuum spazio-temporale di migliaia di anni e dozzine di nazioni, esplorato da Mamoru Nagano attraverso continui e irregolari salti narrativi in ogni direzione. Capita pertanto con frequenza che certi capitoli pubblicati in sequenza mettano in scena vicende estremamente lontane fra loro nel tempo, annunciando per esempio la futura dipartita di un protagonista o citando il nome di un altro che non è neppure nato. Le prime pagine della serie sono in questo senso emblematiche, poiché mostrano quello che viene annunciato come il combattimento conclusivo della campagna di conquista dell’Ammasso Stellare dell’Imperatore Amaterasu; il primo capitolo del manga si pone dunque paradossalmente anche come epilogo ideale dell’intera storia. Oltre a ciò, al termine di ogni tankobon viene riportato pure un articolato calendario cronologico di tutti gli eventi maggiori di TFSS: nascite e morti dei protagonisti, genesi e cadute dei vari imperi, battaglie campali, incoronazioni, incontri fatali e altri snodi fondamentali della macrotrama principale sono tutti presentati al lettore con largo anticipo già nel primo volume.

Tale precisazione relativa alla struttura narrativa di TFSS si è resa necessaria perché nell’elenco dei riferimenti musicali sono presenti alcuni spoiler relativi alle sorti di certi personaggi o a determinati avvenimenti che li coinvolgono. Tuttavia, proprio per via della natura dell’opera e dei motivi esposti nel paragrafo precedente, non si ritiene che tali rivelazioni possano inficiare particolarmente l’esperienza di lettura (sia a chi ha recuperato solo parte dei volumi sia a chi non ha ancora neppure approcciato la serie): la bellezza e la forza espressiva del manga risiedono infatti negli intervalli liberi fra gli eventi nodali della storia, nei micro-dettagli degli stessi e nelle modalità in cui vengono raccontati. Si è cercato in ogni caso di ridurre quanto più possibile le informazioni extra legate alle varie voci dell’elenco, e di riportare soltanto pochi cenni addizionali per fornire un minimo di contesto narrativo.

4° premessa: istruzioni per l’uso.

Trattandosi sostanzialmente solo di una lunga lista di nomi, questo approfondimento potrebbe risultare con buona probabilità una lettura poco scorrevole. Si è cercato comunque di mantenere un equilibrio fra sintesi e chiarezza dei contenuti, e di dare ordine alla mole di informazioni per rendere se non altro tale elenco più facilmente consultabile. La lista di riferimenti musicali è ordinata cronologicamente, dal primo volume dell’edizione italiana al sedicesimo, cercando di mantenere la corretta sequenza di comparsa nelle pagine del manga. Tale criterio tuttavia non è stato facile da rispettare, poiché lungo la storia di The Five Star Stories avviene spesso che i nomi di certi personaggi vengano citati di sfuggita nel capitolo di un determinato volume per poi apparire realmente sulla scena solo molte pagine più avanti; viceversa, capita talvolta che certe personalità trovino invece una identità solo “a posteriori”, comparendo per esempio in un volume ma ricevendo un nome e un titolo soltanto in quello successivo. Nei casi dubbi si è data semplicemente la priorità al mantenimento di un ordine quanto più logico e armonioso col resto dei riferimenti menzionati.

Come ultima indicazione per l’uso, si suggerisce di consultare questa lista anche in maniera frazionata e diluita nel tempo, intervallando o accompagnando alla lettura l’ascolto delle musiche dei vari artisti omaggiati da Mamoru Nagano - oltre che, ovviamente, il recupero dei volumi di The Five Star Stories.

VOLUME I (1987)

MORTAR HEADD – I giganteschi robot da combattimento protagonisti del manga. Sono le più potenti e temute armi tecnologiche del mondo di The Five Star Stories e vengono pilotate dai Cavalieri, esseri umani dalle capacità fisiche e psichiche fuori dalla norma. Ogni mortar headd viene controllato grazie al fondamentale supporto tecnico delle fatima, misteriosi bio-supercomputer dall’aspetto di bellissime e longilinee creature femminili le cui sorti sembrano indissolubilmente legate a quelle dei rispettivi Cavalieri.
MOTÖRHEAD, gruppo heavy metal inglese fondato dal cantante e bassista Lemmy Kilmister. Tra gli album pubblicati si ricordano Motörhead (1977), Overkill (1979), Bomber (1979), Ace of Spades (1980) e No Sleep ‘Til Hammersmith (1981).

KARRER CHRITHARIS – 32° Cavaliere dei First Easterr Mirage Corps, la guardia imperiale di Amaterasu. Il vincitore del duello fra mortar headd che apre il primo volume di The Five Star Stories.
CHRIS KARRER, violinista, chitarrista e cantante della band krautrock tedesca Amon Düül II. Accreditato sugli album Phallus Dei (1969), Yeti (1970), Tanz Der Lemminge (1971), Carnival In Babylon (1972), Wolf City (1972) ed altri.

KLOTHO, ATROPOS e LACHESIS – Trio di fatima straordinarie che rivestirà un ruolo di primo piano nelle vicende di The Five Star Stories. L’ultima di esse diverrà la sposa dell’Imperatore Amaterasu.
“THE THREE FATES”, brano presente all’interno del primo album in studio del gruppo progressive rock inglese EMERSON, LAKE & PALMER (1970). I tre atti del brano portano, in ordine, i nomi “Clotho”, “Lachesis” e “Atropos”. Mamoru Nagano stesso conferma l’origine musicale dei nomi delle tre fatima nell’intervista presente in The Five Star Stories Outline.

FALK U. ROGNER – Sovrano del regno di Babylon, comandante delle forze militari dell’A.K.D. e gran maestro dell’Ordine dei Cavalieri Mirage. Citato in questo primo volume come il più forte Cavaliere dell’Ammasso Stellare.
FALK-ULRICH ROGNER, tastierista e organista della band krautrock tedesca Amon Düül II. Accreditato sugli album Phallus Dei (1969), Yeti (1970), Tanz Der Lemminge (1971), Carnival In Babylon (1972), Wolf City (1972) ed altri.
► Il regno di Babylon di cui Rogner è sovrano potrebbe essere un riferimento al titolo dell’album degli Amon Düül II Carnival In Babylon sopracitato.
► Il nome dei Cavalieri Mirage potrebbe essere un riferimento al titolo dell’album del musicista tedesco Klaus Schulze Mirage (1977).

Un personaggio con lo stesso nome e fattezze pressoché identiche compare già nel manga Fool For The City, pubblicato da Mamoru Nagano sempre sulla rivista Newtype nel 1985 (al momento inedito in Italia). In questo caso Falk rappresenta l’antagonista principale della storia, svolgendo il ruolo di capo della polizia nella città distopica di Metropolis e repressore della pericolosa cultura giovanile rock di cui i protagonisti – i membri della band Super Nova – sono promotori. Anche la storia di Fool For The City, con poca sorpresa, contiene numerose citazioni musicali: i nomi di due musicisti che compongono i Super Nova, Steven Fripps e Ian McDonald, sono chiari riferimenti a due dei fondatori del gruppo progressive rock britannico King Crimson, rispettivamente Robert Fripp e l’omonimo Ian McDonald. Le forze di polizia corazzate comandate da Rognar vengono poi identificate con la sigla “MDC” (“Mechanic Destroyed Commander”): potrebbe trattarsi di un riferimento al gruppo punk americano MDC, al cui acronimo nel corso degli anni la band ha attribuito significati differenti – tra cui anche feroci slogan anti-polizia quali Millions of Dead Cops e More Dead Cops. Il misterioso personaggio femminile di origine indiane che tenta di assassinare Falk, Arrania Shankar, sembra invece essere un riferimento a Ravi Shankar, virtuoso di sitar indiano divenuto famoso anche oltre confine grazie ai numerosi tour esteri e alle collaborazioni con artisti occidentali quali l’ex-chitarrista dei Beatles George Harrison e il compositore minimalista Philip Glass. Infine, il titolo stesso del manga è un omaggio al brano “Fool for the City” del disco omonimo dei Foghat (1975), gruppo blues rock britannico.

A sinistra: gli Amon Düül II, una delle band maggiormente omaggiate all’interno di The Five Star Stories (credits foto: Getty Images, Gems). A destra: copertina di Phallus Dei, primo album del gruppo (1969, Liberty).

L.E.D. MIRAGE – Formidabile modello di mortar headd dell’omonimo Ordine dei Cavalieri Mirage, di colorazione bianca e rossa. Viene detto che 15 soli esemplari di questa macchina sono stati sufficienti a sottomettere tutte le nazioni dell’Ammasso Stellare.
LED ZEPPELIN, celebre gruppo hard rock britannico. Tra gli album pubblicati si ricordano Led Zeppelin (1969), Led Zeppelin II (1969), Led Zeppelin III (1970), Led Zeppelin IV (1971) e Houses of the Holy (1973).
Anche il L.E.D. Dragon, mitica e potentissima creatura aliena draghiforme a cui il design dello stesso L.E.D. Mirage è ispirato, sembra riferirsi al medesimo gruppo.

CHROME BALANSH – Il più geniale scienziato della storia dell’Ammasso Stellare. È il creatore delle tre fatima protagoniste Klotho, Atropos e Lachesis.
► Il cognome Balansh (che nel caso dei suoi antenati Lithium ed Uranium è reso più volte come “Balance”) potrebbe essere un riferimento al musicista sperimentale inglese JOHN BALANCE (Coil, Psychic TV).

■ Pag. 102, vignetta 1: una donna senza nome di spalle indossa una maglietta con la scritta “ELP – THE SCORE”.
► La scritta sembra essere un riferimento alla band prog rock inglese EMERSON, LAKE & POWELL (composta da alcuni membri del più noto e già citato gruppo Emerson, Lake & Palmer) e al loro singolo “The Score” (1986).

■ Pag. 102, vignetta 4: una donna senza nome indossa una maglietta con la scritta “SYNTH AXE”.
SYNTHAXE, controller midi per sintetizzatori musicali dalla forma di chitarra entrato in commercio intorno alla metà degli anni ’80. Una raffigurazione del synthaxe è presente sulla maglietta della donna sopracitata.

VOLUME II (1988)

■ Pag. 75, vignetta 10: un soldato cita il nome del capitano Liszt, ufficiale apparso nelle pagine precedenti e a comando di una sezione dell’esercito della dinastia Chorus.
FRANZ LISTZ, pianista e compositore ungherese del XIX secolo. Considerato tra i maggiori virtuosi del pianoforte mai esistiti e una delle prime vere star della storia della musica per via della sua enorme popolarità, è ricordato principalmente per le sue articolate composizioni per piano tra cui le Rapsodie Ungheresi (1846-1885) e i Walzer di Mefisto (1859-1885), oltre che per i suoi poemi sinfonici e le sue composizioni corali.

VOLUME III (1990)

SHIRLEY LANDERS KROTENSCHWANZ – Cavaliere Mirage numero 14, dalla ben riconoscibile chioma di capelli biondi. La fatima Euphrasyne è la sua partner.
RENATE KNAUPE-KRÖTENSCHWANZ, cantante dei gruppi krautrock tedeschi Amon Düül II e Popol Vuh. Accreditata, fra gli altri, sugli album degli Amon Düül II Phallus Dei (1969), Yeti (1970), Tanz Der Lemminge (1971), Carnival In Babylon (1972) e Wolf City (1972), e sugli album dei Popol Vuh Letzte Tage, Letzte Nächte (1976) e Herz aus Glas (1977).

■ Pag. 12: Il Cavaliere Bord Viewlard presenta a Ladios Sopp (alter ego dell’Imperatore Amaterasu) il magistrato supremo Rubir Wraith, a capo del consiglio di Tran.
► Le fattezze del magistrato Wraith ricordano quelle di Holger Czukay, bassista e co-fondatore della band krautrock tedesca Can.

A sinistra: il magistrato Rubir Wraith incontra Ladios Sopp e Bord Viewlard (The Five Star Stories, Volume III). A destra: Holger Czukay, bassista della band krautrock tedesca Can (credits foto: Getty Images, Michael Putland [1], Brian Rasic[2]).

RAVEL – Nome fittizio del giovane principe Chorus VI, erede al trono della dinastia Chorus.
MAURICE RAVEL, pianista, compositore e conduttore d’orchestra francese di inizio XX secolo. Ricordato in special modo per il Boléro (1928), composizione per orchestra ispirata all’omonima danza in 3/4 della tradizione spagnola.

IMPERO FILLMORE – Grande e antica nazione dell’ammasso stellare, la cui capitale è situata sul pianeta Kalamity.
► Il nome potrebbe essere un riferimento allo storico locale newyorkese Fillmore East, che durante il suo breve periodo di apertura fra il 1968 e il 1971 ha ospitato i concerti dei più grandi nomi del rock e del jazz (alcuni dei quali registrati e poi pubblicati in forma di live album). Tra i tanti si ricordano Jimi Hendrix, Frank Zappa, Miles Davis, Neil Young, King Crimson e The Allman Brothers Band.

JARBOE BEAT – Potente guerriera dell’Ordine dei Cavalieri A.P., originaria di Hath’hant e membro della squadra Swans.
JARBOE, cantautrice e membro della rock band sperimentale americana Swans, di cui è stata unica componente fissa assieme al frontman Michael Gira sino allo scioglimento della prima formazione nel 1997. Accreditata sugli album Greed (1986), Children of God (1987), White Light from the Mouth of Infinity (1991), Soundtracks for the Blind (1996) ed altri. Tra gli album pubblicati come solista si ricordano Thirteen Masks (1991) e Sacrificial Cake (1995).

MICHAEL JOY GIRA – Nobile guerriero Daiver (stirpe di individui dai grandi poteri spirituali) a capo della squadra Swans, originario di Hath’hant. Compare per la prima volta nel manga assieme a Jarboe Beat.
MICHAEL GIRA, cantautore e frontman della rock band sperimentale americana Swans. Accreditato sugli album Filth (1983), Cop (1984), Children of God (1987), White Light from the Mouth of Infinity (1991), Soundtracks for the Blind (1996) ed altri. Attivo anche come cantautore solista e membro di vari progetti collaterali agli Swans tra cui The Angels of Light, Skin (assieme a Jarboe) e The Body Lovers.
► Nei volumi successivi di The Five Star Stories, oltre alla squadra Swans, si cita anche un secondo battaglione di forze speciali di Hath’ha chiamato Skin. Il nome è un altro riferimento al progetto musicale omonimo di Jarboe e Michael Gira sopracitato, e nell’intervista su The Five Star Stories Outline Mamoru Nagano afferma anche di aver preso ispirazione per i suoi personaggi direttamente dalle copertine dei dischi della formazione. Le fattezze di Jarboe Beat sono ricalcate su quelle della musicista Jarboe mostrate sulla cover di BLOOD, WOMEN, ROSES (1987); Michael Gira, in una delle sue prime apparizioni (pagg. 164 e 165 del terzo volume italiano), porta invece intorno al collo un pitone domestico – animale presente sulla copertina del secondo album SHAME, HUMILITY, REVENGE (1988).

A sinistra: Jarboe Beat (The Five Star Stories, Volumi III e IV); copertina di Blood, Women, Roses degli Skin, ritraente la musicista Jarboe (1987, Product Inc). A destra: Michael Joy Gira con il suo pitone; copertina di Shame, Humility, Revenge degli Skin, ritraente Michael Gira e due pitoni (1988, Product Inc).

A-TOLL – Modello di mortar headd pilotato dai Cavalieri dell’Ordine A.P. di Hath’ha. Si riconoscono per via della loro livrea scura, dei grossi rivestimenti di forma circolare sulle spalle e della finestra oculare unica a guisa di ciclope.
ATOLL, gruppo progressive rock francese. Tra gli album pubblicati si ricordano Musiciens-Magiciens (1974) e L’Araignée-mal (1975).

MEL SCHACHER – Cavaliere Mirage privo di numero e maga Daiver. Risiede al Float Temple, la gigantesca astronave-reggia dell’Imperatore Amaterasu sospesa nei cieli del pianeta Delta Belun.
MEL SCHACHER, bassista del gruppo hard rock statunitense Grand Funk Railroad. Accreditato sugli album On Time (1969), Grand Funk (1969), Closer to Home (1970) ed altri.

BRUNO CANZIAN – Cavaliere dell’Ordine di Neue Syrtis, dell’Impero di Fillmore. Pilota un mortar headd Siren ed è accompagnato dalla fatima Paraxa.
BRUNO CANZIAN (conosciuto anche con il nome di RED CANZIAN), bassista della band prog rock/pop I Pooh. Accreditato sugli album Parsifal (1973), Un po’ del nostro tempo migliore (1975) ed altri.

Sì, ci sono i Pooh in The Five Star Stories.

SIREN – Modello di mortar headd di punta dell’Impero Fillmore. In questo volume ne compare un esemplare pilotato da Bruno Canzian e la sua fatima Paraxa. Siren era anche il nome del primo imperatore di Fillmore.
SIREN, quinto album in studio del gruppo glam rock britannico Roxy Music (1975). Il riferimento musicale del nome è confermato da Mamoru Nagano stesso nell’intervista contenuta in The Five Star Stories Outline.

VOLUME IV (1991)

■ Pag. 34, vignetta 1: sulla pagina esterna del quotidiano “Joker Chronicle” che Barbarius V. sta leggendo si intravedono alcuni titoli. Tra questi è possibile leggere le diciture “SQURIT POLITI”, “FINI TRIVE. MAKE IT INTERANAL”, “KALENT93”, “James Brown!! James Brown!!” e “SWANS. New LP?”
► I nomi sembrano fare tutti riferimento a band e musicisti di vari generi ed epoche. Nello specifico: 1) SCRITTI POLITTI, gruppo synth pop/post-punk inglese; 2) FINITRIBE, gruppo alt-dance scozzese. Sul quotidiano letto da Maas è raffigurato anche un CD del gruppo, sulla cui copertina compare il simbolo della band a forma di asterisco. La band pubblicò nel 1987 il singolo “Make It Internal”, qui storpiato dall’aggiunta di una A; 3) CURRENT 93, gruppo neofolk inglese; 4) JAMES BROWN, celeberrimo musicista funk/soul americano; 5) SWANS, rock band sperimentale americana già citata in precedenza e che nel 1991 pubblicherà l’album White Light from the Mouth of Infinity (un nuovo LP, appunto).

■ Pag. 40, vignetta 4: il Cardinale Maas utilizza un congegno elettronico simile ad un minicomputer, sul cui display compare la scritta “WAX TRAX – VACHI CITY”. Si rivelerà essere il nome di un locale di cui Maas era alla ricerca.
WAX TRAX RECORDS, etichetta discografica americana attiva durante gli anni ‘80 e ‘90. Tra gli album pubblicati dall’etichetta si ricordano quelli di numerosi gruppi EBM ed industrial di culto quali KMFDM, Psychic TV, Laibach, Ministry e Front 242.

ASHRA TEMPLE – Temibile mortar headd corazzato sviluppato dalla corte di Meyooyo e guidato da Illar, sanguinario vescovo guerriero e istruttore dell’Ordine dei Cavalieri RoundAbout.
ASH RA TEMPEL**, gruppo krautrock tedesco fondato dal chitarrista d’avanguardia Manuel Göttsching. Tra gli album pubblicati si ricordano Ash Ra Tempel (1971) e Schwingungen (1972).
► Il nome dei Cavalieri RoundAbout sembra essere un chiaro riferimento al brano del gruppo prog rock inglese Yes, “Roundabout”, che apre l’album Fragile (1971).
[To be continued…]

■ Pag. 136, vignetta 2: il cavaliere Douglas Kaien, dirigendosi verso il Wax Trax, incontra lo sguardo di due uomini seduti fuori da un locale. Il muro dietro ai due è imbrattato da numerose scritte, tra cui “FRONT 242 with PHT-KIC TV”, “FINE TRIBE” e “MAKE IT INTERNAL”.
► Le scritte sembrano fare riferimento a varie band. Nello specifico: FRONT 242, gruppo industrial belga; PSYCHIC TV, progetto di musica sperimentale inglese; FINITRIBE, gruppo alt-dance scozzese (di quest’ultimo è nuovamente presente anche una raffigurazione del simbolo a forma di asterisco sul muro, oltre al titolo del già sopracitato singolo “Make It Internal”). Front 242 e Finitribe sono formazioni di cui Mamoru Nagano si dichiara fan entusiasta nell’intervista contenuta in The Five Star Stories Outline.

VOLUME V (1992)

PHAEDRAMortar headd di Bakin Rakan pilotato dal cavaliere Deimos Haiaraki e dalla fatima Salomè.
PHAEDRA, quinto album del gruppo di musica elettronica tedesco Tangerine Dream (1974).

SPECTOR – Cavaliere Mirage che risiede stabilmente al Float Temple dell’Imperatore Amaterasu, e che qui svolge principalmente ruolo di giullare e cortigiano.
SPECTOR, azienda statunitense produttrice di bassi elettrici. Nell’introduzione del suo precedente manga Fool For The City Mamoru Nagano parla diffusamente di alcuni dei suoi strumenti musicali prediletti, e tra questi viene menzionato anche il basso Spector NS-2: l’artista lo definisce addirittura “my favorite machine head”.

A sinistra: il mortar headd Phaedra, pilotato da Deimos Haiaraki (The Five Star Stories, Volume V); copertina di Phaedra dei Tangerine Dream, (1974, Virgin). A destra: il mortar headd Ashra Temple, pilotato dal vescovo Illar (The Five Star Stories, Volume V); copertina di Ashra Tempel del gruppo omonimo (1971, Ohr).

VOLUME VI (1994)

ALLEN BRUFORD – Cavaliere mercenario assoldato da Di Barrault e dalle sembianze che ricordano quelle di un guerriero nativo americano. Pilota il mortar headd Apache.
BILL BRUFORD, batterista dei gruppi prog rock King Crimson e Yes, oltre che membro di una pletora di altri progetti musicali. Accreditato, fra i tanti, sugli album dei King Crimson Larks’ Tongues In Aspic (1973), Starless and Bible Black (1974) e Red (1975), e sugli album degli Yes The Yes Album (1971), Fragile (1971) e Close to the Edge (1972).
► Il nome del personaggio potrebbe far riferimento anche ad Allan Holdsworth, chitarrista inglese coinvolto in numerosi progetti musicali prog rock e fusion e collaboratore a più riprese col sopracitato Bill Bruford. Accreditato, fra i tanti, sugli album dei Soft Machine Bundles (1975) e Land of Cockayne (1981), e sull’album dei Gong Gazeuse! (1976). Fu anche tra i maggiori promotori del synthaxe, il controller per sintetizzatori già apparso nel volume 1.

■ Pag. 125, vignetta 1: alcuni giovani teppisti stanno ascoltando musica appoggiati ad un muro, su cui compare la scritta “Utah Saints”.
UTAH SAINTS, duo di musica elettronica inglese principalmente attivo durante gli anni ’90. I teppisti potrebbero star ascoltando la loro canzone “What Can You Do For Me” (1991), il cui campionamento vocale sembra ripetere la sillaba “Do!” che compare in forma di onomatopea nella stessa vignetta. Mamoru Nagano cita e consiglia il primo album omonimo degli Utah Saints anche nell’intervista su The Five Star Stories Outline.

■ Pag. 126-127, vignetta 1: sullo sfondo compaiono quelli che sembrano essere cartelloni pubblicitari di vari prodotti. Tra le scritte leggibili si notano “WHAT IS BEST AUDIO? Yes! Now PANASONIC - you know?” e “Roland JUNOα – Analog”. In lontananza si staglia una gigantesca struttura illuminata su cui campeggia la scritta “IF YOU WANT… MORE TRANCE & HARDCORE / WELCOME TO OUR RAVE PARTY / TONIGHT. THE AGE OF LOVE”.
► La prima pubblicità fa chiaramente riferimento alla Panasonic, azienda giapponese leader nella produzione di strumenti elettronici, tra cui apparecchi radio, cuffie ed equipaggiamenti audio.
► La seconda inserzione pubblicitaria potrebbe essere un riferimento ai Roland Alpha-Juno, serie di sintetizzatori analogici messi in commercio durante la metà degli anni ’80. Tali strumenti divennero popolari anche per via del cosiddetto “hoover sound”, cioè il tipico suono denso e roboante che verrà sfruttato da numerosi producer di musica techno, trance e hardcore negli anni ’90 (tra i brani più celebri che ne fanno uso si ricordano “Charly” dei Prodigy e “Mentasm” di Joey Beltram).
“THE AGE OF LOVE”, brano dell’omonimo gruppo di musica trance italo-belga Age of Love (1990).

■ Pag. 127, vignette 1-3: su quello che sembra essere il margine di un marciapiede compaiono numerose imbrattature: tra queste è possibile leggere la scritta “TRAX”. In un’altra vignetta, in un dialogo fra la nobile QuQi e alcuni ragazzi, viene citata una sostanza stupefacente chiamata “Acid Trax”.
► La scritta sembra essere un riferimento alla TRAX RECORDS, etichetta di musica house americana. Tra i tanti artisti che pubblicarono per la Trax si ricordano Frankie Knuckles, Mr. Fingers e Joey Beltram. La stessa etichetta nel 1987 pubblicò anche il singolo dei Phuture “Acid Trax”, brano considerato fondativo per il sottogenere acid house.
Sul marciapiede, oltre alle scritte sopracitate, è nuovamente possibile scorgere il logo a forma di asterisco della band Finitribe.

■ Pag. 128, vignetta 1: l’ombra di quello che si rivelerà essere poi Krakenbell Meyooyo, comandante dell’Ordine dei Cavalieri Roundabout, si proietta su una parete su cui sono apposte varie scritte e locandine. Si nota un logo che riporta la scritta “UTAH SAINTS” e un volantino con la dicitura “U.F.O.RB”.
► 1) UTAH SAINTS, duo di musica elettronica inglese già precedentemente citato; 2) U.F.O.RB, album di musica ambient house del gruppo inglese The Orb (1992). Sulla stessa locandina è presente un disegno che ricorda quello della copertina di The Orb’s Adventure Beyond the Ultraworld, primo album del medesimo gruppo (1991). Una scritta luminosa “ORB” si staglia nel cielo anche nella prima vignetta di pag. 139.

■ Pag. 129, vignetta 8: Krakenbell indossa una T-shirt con la scritta “SHAME – MAKE IT MINE” e il numero 2 collocato all’interno di un rettangolo.
“MAKE IT MINE”, brano del gruppo di musica alt-dance scozzese Shamen (1990). La copertina del singolo riporta lo stesso simbolo rettangolare contenente il numero 2 presente anche sulla maglietta di Krakenbell.

■ Pag. 131, vignetta 8: l’uomo che inveisce contro Krakenbell (appena macchiatosi dell’omicidio del fatima maschile Ananda) indossa una maglia con la scritta “CBGB”.
CBGB, storico locale newyorkese il cui palco ha ospitato i concerti di numerosi gruppi punk e new wave degli anni ’70 e ’80; tra i tanti si ricordano Patti Smith, Talking Heads, Ramones, Misfits, Bad Brains e Television.

■ Pag. 135, vignetta 12: Mamoru Nagano compie una breve digressione sull’evoluzione delle droghe nel mondo reale e in quello fantastico di The Five Star Stories, e su come il loro consumo sia storicamente legato a determinati contesti socio-musicali. L’autore rintraccia nello specifico una continuità tra la musica psichedelica dei tardi anni ’60 – vengono esplicitamente menzionati i gruppi Amon Düül II e Tangerine Dream – con la musica elettronica e la cultura rave dei tardi anni ’80, che vedevano nell’ecstasy la nuova sostanza psicoattiva alla base dell’esperienza extra-sensoriale. Questa didascalia sembra essere per il momento l’unico riferimento diretto dell’autore a gruppi musicali realmente esistenti all’interno del manga.

■ Pag. 138, vignetta 5: dietro al Cavaliere Aisha Cordante si scorge una locandina informativa: in quel giorno sarebbero previsti in città gli act musicali “BASS O’ MATIC at ICENI”, “Dj. Danny Lampling at M.I.X.” e “THE AGE OF LOVE at MILK BAR”.
► I nomi sembrano fare tutti riferimento a musicisti della scena elettronica europea degli anni ‘90. Nello specifico: 1) BASS-O-MATIC, producer di musica elettronica inglese attivo con vari moniker; 2) DANNY RAMPLING, DJ e producer inglese; 3) AGE OF LOVE, gruppo di musica trance italo-belga già citato in precedenza.

A sinistra: un ragazzo cita l’Acid Trax, sostanza stupefacente spacciata a Zanda City; copertina del singolo Acid Trax (o Tracks) dei Phuture (1987, Trax). A destra: Krakenbell Meyooyo, comandante dei Cavalieri Roundabout; copertina del singolo Make It Mine degli Shamen (1990, One Little Indian).

VOLUME VII (1995)

■ Pag. 10, vignetta 6: Amaterasu indossa una maglietta con il logo “Utah Saints”.
UTAH SAINTS, duo di musica elettronica britannico già precedentemente citato.

■ Pag. 12, vignetta 1: Ladios Sopp, nel tentativo di trovare un nome per la larva di L. E.D. Dragon che suoni sufficientemente nobile e convincente, inizia ad elencare una grande quantità di divinità e personaggi leggendari appartenenti ad ogni civiltà ed epoca. Fra questi però ci sono alcuni palesi intrusi: viene nominato ERIC CLAPTON, celebre chitarrista inglese, e la BÖSENDORFER, antica e prestigiosa fabbrica di pianoforti austriaca.

■ Pag. 87, vignetta 4: la fatima Kyoh, rivolgendosi al proprio Cavaliere Bruford, afferma che il sistema di difesa del mortar headd contro cui stanno combattendo, Auge, è particolarmente antico ed era utilizzato in epoca preistorica. Nello specifico era un sistema difensivo utilizzato dalle navi spaziali risalenti all’era AD, che a differenza di quel che si potrebbe pensare consultando il calendario dell’Ammasso Stellare non starebbe per “Anno Domini”, bensì per “Amon Düül” (come il gruppo krautrock tedesco citato più volte in precedenza).

■ Pag. 171, vignetta 5: il tenente colonnello Maia Toccata (della fazione dell’A.K.D.) si dirige con una navetta in direzione delle forze armate di Shibol nel goffo tentativo di trovare un accordo pacifico fra i due eserciti e scongiurare lo scontro armato. A un certo punto intima ai suoi sottoposti di far risuonare il “Walzer dei Fiori” del compositore russo Pëtr Il’ič Čajkovskij, celebre valzer dalle atmosfere sognanti e fantastiche facente parte del secondo atto de “Lo Schiaccianoci”. Uno dei soldati tuttavia avvia erroneamente al suo posto “La Cavalcata delle Valchirie” (qui chiamata “Den Walkürennritt der Schwestern Brünnhild”) del compositore tedesco Richard Wagner, altrettanto celeberrimo brano tratto dalla Tetralogia del Nibelungo ed indissolubilmente legato all’immaginario bellico – anche grazie all’uso che ne venne fatto nel film di Francis Ford Coppola Apocalypse Now (1979).
► Il nome del tenente colonnello Maia Toccata potrebbe essere un riferimento alla TOCCATA, composizione musicale introduttiva di breve durata generalmente suonata con strumenti a tastiera quali clavicembalo e pianoforte, e spesso caratterizzata da forti elementi virtuosistici ed improvvisativi. Che sia anche un sottile riferimento al ruolo metaforico (una “introduzione” tanto pomposa quanto breve e inutile) che l’ufficiale riveste in questa parentesi comica della storia?

LAIBACH – Nobile appartenente all’Ordine dei Cavalieri Gohds.
LAIBACH, band industrial slovena. Tra gli album pubblicati si ricordano Laibach (1985), Opus Dei (1987) e Nova Akropola (1989). Mamoru Nagano cita l’album Nova Akropola anche nell’intervista contenuta in The Five Star Stories Outline.

VOLUME VIII (1997)

NED SWANS – Cavaliere ai servizi di re Ledar e primo padrone di una fatima, Focusrite. Giunge a liberare il regno di Spatula, sul pianeta Kalamity.
SWANS, rock band sperimentale americana già citata in precedenza in merito ai personaggi di Michael Gira e Jarboe Beat.
FOCUSRITE, azienda britannica produttrice di strumentazione per la registrazione musicale, tra cui preamplificatori, interfacce audio e convertitori analogico-digitale.

SUPERIMPERO PHALLUS DEI KANAAN – Antico e potente impero fondato nell’anno 4000 dell’era AD. Il malvagio führer del regno di Spatula, Yoh Tayin, ha intenzione di far risorgere il Superimpero e diventarne il sovrano assoluto.
PHALLUS DEI, titolo del primo album della band krautrock tedesca Amon Düül II (1969). “Kanaan” è il titolo del brano che apre l’album.

EMBRYO – Squadrone di supersoldati al comando del conte Consais di Hath’ha. Uno dei membri, Wandan Halley, diserterà misteriosamente durante una missione.
EMBRYO, band krautrock tedesca. Vi hanno fatto parte anche alcuni membri appartenenti al già citato gruppo krautrock Amon Düül II. Tra gli album pubblicati si ricordano Rocksession (1973) e Steig Aus (1973).

SCRITTI POLITTI – Famigerato squadrone d’élite di Cavalieri A-Toll di Hath’ha. Conosciuti anche come la “squadra degli angeli della morte”, sono capitanati da Lotus Balunga.
SCRITTI POLITTI, gruppo post-punk/synth pop inglese. Tra gli album pubblicati si ricordano Songs to Remember (1982), Cupid & Psyche 85 (1985) e la compilation di primi lavori Early (2005). Sono esplicitamente menzionati da Nagano anche nell’articolo su The Five Star Stories Outline.

DESPRÈS (o DESPRÈSSER) BEAT – Figlio di Jarboe Beat e di Douglas Kaien, fratello gemello di Magdal. Possiede, come la sorella, grandi poteri ESP.
JOSQUIM DESPRÈS, compositore franco-fiammingo e tra i più importanti musicisti del Rinascimento. Celebrato principalmente per le sue composizioni di musica sacra (si ricordano fra le altre la Missa de Beata Virgine e la Missa Pange Lingua), oltre che per i suoi mottetti e le sue chansons.

■ Note conclusive: al termine del volume è presente una tabella che riassume gli equilibri di potere nell’Ammasso Stellare intorno all’anno 3000. Sono qui citati moltissimi nomi di Cavalieri, mortar headd e fatima, alcuni dei quali mai comparsi né nominati finora nelle pagine di The Five Star Stories. Tra gli altri vengono menzionati: il mortar headd Rubycon, dell’Ordine dei Cavalieri Leithr; il Cavaliere Danzig dell’Ordine dei Cavalieri Bronzei; il mortar headd Can, dell’Ordine degli Skeya Electro Knights.
RUBYCON, sesto album del gruppo di musica elettronica tedesco Tangerine Dream (1975).
DANZIG, band heavy metal statunitense fondata da Glenn Danzig, già membro dello storico gruppo punk rock Misfits. Danzig è anche il nome del loro primo album omonimo (1988).
CAN, band krautrock tedesca. Tra gli album pubblicati si ricordano Monster Movie (1969), Tago Mago (1971), Ege Bamyasi (1972) e Future Days (1973).

VOLUME X (2000)

DIAMOND NEU – Misterioso individuo dalle notevoli abilità e talenti: è allo stesso tempo Cavaliere, mortar headd maiht (designer di mortar headd) e fatima maiht (designer di fatima), e non possiede un genere sessuale definito. I mortar headd AshRa Temple e Blood Temple sono sue creazioni. ► NEU!, band krautrock tedesca. Tra gli album pubblicati si ricordano NEU! (1972), NEU! 2 (1973) e NEU! 75 (1975). Nagano ne parla in termini entusiastici nell’intervista contenuta in The Five Star Stories Outline, e tiene pure in mano un vinile dell’album NEU! 75 nella foto che accompagna lo scritto.

JOHN WEINZIERL – Giovane attaccabrighe originario di Kastepo destinato a divenire un Cavaliere Mirage. Verrà addestrato dalla misteriosa fatima Varsha.
JOHN WEINZIERL, chitarrista della band krautrock tedesca Amon Düül II. Accreditato sugli album Phallus Dei (1969), Yeti (1970), Tanz Der Lemminge (1971), Carnival In Babylon (1972), Wolf City (1972) ed altri.

■ Pag. 191, vignetta 6: il Cavaliere Mirage Urazen Zi, alla difesa del Float Temple di Amaterasu, indossa una canottiera con la sigla “CBGB”. Sembra essere un nuovo riferimento allo storico locale newyorkese CBGB, analogamente a quello già presente nel volume 6.

ARD ZENYATTA e HINN MONDATTA – Due ragazzini designati da Michael Gira per accompagnare il nobile Desprès, di cui sono coetanei.
ZENYATTA MONDATTA, terzo album della band new wave inglese The Police (1980).

ARLES FORTISSIMO – Cavaliere della casata Melody e con un passato da mercenaria, che a fine volume fa la conoscenza dei fratelli Magdal e Desprès.
FORTISSIMO, indicazione dinamica utilizzata per denotare l’intensità sonora d’esecuzione di una composizione musicale. Negli spartiti è rappresentata dalla sigla “ff” e di solito indica un’interpretazione del brano particolarmente fragorosa.

Veduta esterna del CBGB, locale newyorkese che ha ospitato i concerti di numerosissime band punk e new wave, nel 1988 (Credits foto: Getty Images, Rita Barros).

VOLUME XI (2003)

■ Pag. 58, vignetta 3: durante la battaglia fra le forze di Hath’ha capitanate da Gira e quelle di Bachtoma comandate da Décorth quest’ultimo ordina ai suoi sottoposti di posizionarsi “alle sue ali”. Tra i nomi citati c’è anche quello di un certo Haydn.
FRANZ JOSEPH HAYDN, compositore austriaco del XVIII secolo. È ricordato spesso con gli appellativi di “padre della Sinfonia” e “padre del quartetto d’archi” per via del suo fondamentale contributo alla musica classica sinfonica e da camera, oltre che per il rapporto di amicizia che lo legava ai celeberrimi Mozart e Beethoven.

■ Note conclusive: al termine del volume è presente una mappa che illustra l’assetto geopolitico del regno di Hath’ha nell’anno 3030. Le 12 nazioni che lo compongono possiedono ciascuna dei sovrani e delle forze militari speciali. Tra gli altri vengono menzionati: lo stato di Bhera, dove si trova di stanza la squadra Thrak dei Cavalieri A.P.; la città spaziale di Dandagrard, polo industriale localizzato sul pianeta Anthrino e presidiato dalla squadra ausiliare SPK.
THRAK, undicesimo album del gruppo prog rock inglese King Crimson (1995). Tale squadra verrà citata varie volte anche in altri volumi successivi.
SPK, band industrial australiana. Tra gli album pubblicati si ricordano Leichenschrei (1982) e la compilation Auto-da-fé (1983).

VOLUME XII (2006)

WALTZ ENDE – Clone del Cavaliere Falk U. Rogner dall’aspetto di un giovane ragazzo. Grazie al misterioso dispositivo ultratecnologico chiamato Daughter Chip Rogner è in grado di trasferire tutti i dati relativi alle proprie funzioni mentali in un nuovo corpo ogni volta che muore, cosa che gli garantisce virtualmente l’immortalità.
► Il nome sembra essere un chiaro riferimento al walzer, storica danza dal tipico ritmo in 3/4 (“waltz” in inglese).

■ Pag. 35, vignetta 7: la fatima Ietta, mentre parla con Waltz Ende/Falk, rivela a sorpresa il proprio outfit da cameriera americana e si lancia in un ballo scatenato, esclamando “shake shake shake baaaaby! Ray Charles era troooppo avanti!!”.
► La scenetta sembra un chiaro riferimento alla cover del brano “Shake a Tailfeather” eseguita dal celebre pianista rhythm & blues Ray Charles nel film di John Landis The Blues Brothers (1980), dov’è accompagnata dalle danze dei due protagonisti e del corpo di ballo.

KANALKODE AREA NINEMortar headd nero dell’Impero Cornella, pilotato attraverso un etramul (fatima dall’aspetto non antropomorfo). ► Nel volume il nome del mortar headd viene anche abbreviato con la sigla “K.A.N.”. Tale sigla potrebbe essere un riferimento alla band krautrock tedesca Can già citata in precedenza - anche perché le K del nome “Kanalkode” sembrano presumibilmente sostituire delle originarie C (“Canalcode”, e quindi “C.A.N.”).

VOLUME XIII (2015)

Il tredicesimo volume rappresenta un punto di svolta per The Five Star Stories. Sono infatti i primi capitoli del manga pubblicati dopo quasi un decennio di pausa: durante questo periodo Mamoru Nagano è stato assorbito pressoché interamente dai lavori per il suo film animato Gothicmade – Hana no Utame (2012), ambientato nel medesimo universo narrativo. In occasione della ripresa della pubblicazione l’autore effettua un’operazione di revisione su numerosi aspetti della storia e dei personaggi, che sembrano applicarsi retroattivamente anche ad eventi già mostrati nei volumi precedenti.

Cambiano in primo luogo i design dei robot e la loro nomenclatura: la vecchia denominazione di mortar headd viene infatti sostituita dal termine gothicmade (abbreviato come “GTM”), e le forme dei mecha si fanno ancora più barocche e longilinee. Il loro aspetto sembra in parte avvicinarsi a quello delle stesse fatima che li pilotano (adesso appellate anche col nome di “Automatic Flowers” o “AF”): i gothicmade presentano sofisticate decorazioni simili a drappi lungo tutto il corpo, vitini di vespa e alti tacchi ai piedi – un design più “femminile” rispetto a quelli relativamente robusti e massicci presenti nei primi volumi del manga. Oltre al nome dei robot viene anche ritoccato quello degli ingegneri che si occupano della loro progettazione – chiamati ora garland e non più maiht –, e vengono in parte riviste le vicende storiche raccontate nel calendario riassuntivo alla fine di ogni volume.

Infine, vengono introdotte nuove figure femminili di grande importanza negli equilibri di potere dell’universo di TFSS: le muse (in inglese rese col termine “songstresses”). Nel tredicesimo volume vengono descritte come donne misteriose appartenenti ad un antico ordine sacerdotale che ha come sede il Sacro Palazzo di Rahn, sul pianeta Vors: esse sono dotate della capacità di trasmettere di generazione in generazione la totalità delle proprie memorie, e persino di scrutare tra le pieghe del futuro. Fra le muse spicca la figura di Rahn, colei che ha profetizzato gli eventi maggiori descritti nel calendario stellare di TFSS e che ricopre ruolo da protagonista nel film Gothicmade (qui con il nome di Bellin Ajelli): la pellicola racconta del pellegrinaggio sacro che l’allora giovane donna compie per raggiungere la città che porterà poi il suo nome, durante il quale verrà accompagnata e protetta dal principe Siren di Fillmore. Lungo il cammino la ragazza attraversa un’area del pianeta sterile e deserta, che grazie ai semi da lei piantati e al suo canto magico si trasformerà poi in una splendida radura perennemente in fiore. Il personaggio è un tributo d’amore di Mamoru Nagano alla moglie Maria Kawamura, che nel film offre la sua voce sia alla protagonista che ai brani della colonna sonora.

L’operazione di retcon che l’autore attua a partire da questo tredicesimo volume sembra quindi poggiare le sue fondamenta su due elementi simbolici attorno a cui ruotano proprio le vicende del film Gothicmade: i fiori (da qui i garland, cioè “ghirlande”, e le “Automatic Flowers”), emblemi di bellezza e vita, e appunto la musica - da intendere in questo caso soprattutto come strumento di trasmissione orale (e femminile) di memorie antiche, e capace di trascendere anche i limiti del tempo.

La musa Bellin, protagonista del film animato Gothicmade - Hana no Utame (2012) e doppiata dalla moglie di Mamoru Nagano, Maria Kawamura.

VOLUME XIIII (2018)

AILEEN JOLL – Cavaliere a capo dell’Ordine di Zeng Lang, del ducato Pizzicato del pianeta Juno. In passato è stata a capo del primo battaglione Trio di Chorus, e pilota il gothicmade Amarkalbari.
PIZZICATO, tecnica utilizzata per suonare strumenti ad arco quali violini o viole e consistente nell’esecuzione di brevi “pizzichi” alle corde direttamente con le dita. Si parla talvolta di pizzicato, con accezione differente, anche nel contesto di altri generi di strumenti a corda quali pianoforti o chitarre classiche.
TRIO, gruppo new wave tedesco celebre principalmente per il singolo di successo internazionale “Da Da Da” (1982). Curioso notare che nell’image album di Mamoru Nagano dedicato a The Five Star Stories del 1990 uno dei brani, “LEFTSIDE-MIRAGE”, si apre con un battito ritmico preimpostato molto simile a quello prodotto dalla piccola tastiera Casio VL-1 e presente nel famoso brano dei Trio.

HALLO GALLOGothicmade del cavaliere Drakuun. Conosciuto anche coi nomi di “Lamias Gorgone” o “Hallo Gallo Euryele”.
“HALLOGALLO”, brano di apertura del primo self-titled album della band krautrock tedesca Neu! (1972).

MADRIGAL OPERETTAFatima della Cavaliere dell’Impero di Rhozzo Grace Soddler.
► Il nome della fatima è composto dai nomi di due tipi di composizioni musicali: 1) il MADRIGALE, genere vocale polifonico basato su testi poetici in lingua italiana. Tra i compositori di madrigali più celebri si ricordano gli artisti rinascimentali Claudio Monteverdi, Carlo Gesualdo e Luca Marenzio; 2) l’OPERETTA, genere teatrale e musicale sviluppatosi nel XVIII secolo che alterna sezioni cantate, dialogate e danzate e generalmente dominato da toni comici e vivaci.

PIED PIPER – Ordine di Cavalieri di Umoth, il cui modello di gothicmade di punta è lo X8 Shianran, pilotato in passato dalle fatima Wirt e Wilma.
PIED PIPER HOUSE, storico negozio di dischi di Tokyo (più precisamente localizzato nel quartiere di Shibuya) aperto dal 1975 al 1989.

VOLUME XV (2019)

SBB DEMOLGothicmade di colore nero dell’Impero Cornella e ideato dalla dottoressa Walther, non controllato da una normale fatima bensì da uno speciale modello etramul.
► L’acronimo nel nome del robot sembra un riferimento a STARLESS AND BIBLE BLACK, sesto album in studio del gruppo progressive rock inglese King Crimson (1974). Tale riferimento sembra confermato anche nella seconda vignetta di pagina 169 dello stesso volume, dove durante uno scambio di battute si fa riferimento a un preciso esemplare di tale gothicmade chiamato “Demol Zoro SBB (Bible Black)”.

■ Pag. 124: attraverso le parole di Kamon Piano veniamo a conoscenza della stirpe dei Melody. Tutti i nomi fanno riferimento alla musica: oltre a Piano c’è sua sorella minore Forte (entrambe indicazioni dinamiche d’intensità, abbreviate negli spartiti rispettivamente con le sigle “p” e “f”), mentre Fortissimo Melody risulta avere un fratello (o sorella?) minore di nome Sing (ovviamente “cantare” in lingua inglese).

■ Pag. 133, vignetta 4: durante un dialogo fra Lord Balansh, la regina di Fillmore Lily e la fatima di sua creazione Odette a lei recentemente affidata, viene nominato un precedente master chiamato Danzig, ritiratosi segretamente per questioni politiche. Si tratta di un nuovo riferimento all’omonimo gruppo heavy metal Danzig già citato fra le note del nono volume.

■ Pag. 171, vignetta 4: la dottoressa Walther cita il modello speciale di etramul da lei ideato per pilotare il gothicmade Demol, di nome Brass Schale.
► In inglese il termine “brass” identifica gli ottoni, cioè gli strumenti musicali di materiale metallico quali corni, trombe e tromboni che producono suoni soffiando aria al loro interno.

VOLUME XVI (2021)

■ Pagina 214: la potentissima entità divina evocata dai protagonisti della storia in loro soccorso, che in questa occasione assume la forma di un enorme drago cibernetico, si annuncia col nome di Opheros Violincoat. ► In inglese “coat” è la mano di vernice applicabile sulla cassa dei violini e altri strumenti similari quali viole e violoncelli, allo scopo di proteggerli dai danni e dall’usura del tempo.

Conclusioni

Terminato questo ampio excursus citazionistico, appare doveroso anche raccogliere la mole di elementi emersi e provare a tracciare un disegno più organico e meno sterile di un semplice elenco di nomi. Si può innanzitutto osservare come i riferimenti musicali siano principalmente ricollegabili ad alcuni grossolanissimi macro insiemi di generi: il rock psichedelico e sperimentale degli anni ’70 e ’80, la musica house e disco degli anni ’90 e la musica classica pre-XX secolo. Per tutti questi gruppi è possibile formulare delle ipotesi sul rapporto che li collega ai temi di The Five Star Stories, e sui motivi che hanno spinto Mamoru Nagano ad inserire richiami proprio a questi – oltre, banalmente, al fatto che è musica molto apprezzata dall’autore.

Per quanto concerne i riferimenti rock, si nota una particolare predilezione per l’autore per delle sub-correnti musicali specifiche. Una di esse è il krautrock, sottogenere sviluppatosi in Germania al termine degli anni ’60 e caratterizzato generalmente da basi ritmiche in 4/4 ipnoticamente ripetitive (il cosiddetto tempo “motorik”), frequenti incursioni dei sintetizzatori e forti connotazioni psichedeliche; tra le band di spicco di questo filone (talora definito pure col nome di “kosmische musik”) ed omaggiate nel manga vi sono Amon Düül II, Can, NEU!, Tangerine Dream e Ash Ra Tempel. Per quanto alcune di queste formazioni condividano anche alcuni membri fra loro è possibile comunque fare dei distinguo stilistici: certe formazioni presentano una maggiore inflessione groovy, tradendo influenze funk e rhythm & blues, mentre altre hanno prediletto l’esplorazione della dimensione elettronica, con ampie digressioni ambient o sperimentazioni elettroacustiche. Quasi tutte le produzioni di questi complessi però sembrano condividere una ossessione apparentemente comune anche a Nagano, ovvero lo spazio: basta lanciare uno sguardo alle copertine dei dischi o ai titoli di album e canzoni per notare la quantità soverchiante di riferimenti a pianeti, stelle, galassie e costellazioni. La dimensione psichedelica nel krautrock assume dunque caratteri di cosmica ed austera grandiosità, proponendosi come ideale colonna sonora per le tante, splendide sequenze del manga in cui lo spazio e il tempo si dilatano e l’atmosfera della storia lambisce territori trascendenti.

Un altro maxi-filone musicale omaggiato più volte in TFSS è quello del progressive rock europeo, in special modo quello del periodo settantiano: due dei gruppi a cui Mamoru Nagano pare più affezionato sono i celebri King Crimson e gli Emerson, Lake & Palmer britannici, ma l’autore non disdegna riferimenti anche a formazioni meno note e non anglofone. Sebbene permanga la dimensione psichedelica, la produzione di questi gruppi tende a tornare in linea di massima a una dimensione immaginifica più “umana” e “terrestre”, spesso in forma di concept album ispirati a miti e leggende di epoca medievale o comunque ricchi di riferimenti alle tradizioni storiche e fantastiche del continente. Maghi, re, principesse, cavalieri, giullari e ambientazioni bucoliche vengono regolarmente evocati dalle sonorità e dagli artwork di questi dischi, sposandosi bene con i capitoli del fumetto in cui gli elementi fantasy classici si fanno più preponderanti. A queste stesse atmosfere potrebbero rimandare anche le musiche di alcuni dei compositori classici nominati nel manga: malgrado pure qui le differenze stilistiche e temporali possano essere importanti (Desprès è un compositore rinascimentale del primo ‘500, Haydn un esponente del classicismo viennese di fine ‘700), è ipotizzabile che Mamoru Nagano li abbia inseriti perché ben conciliabili col suo amore per una certa idea romantica di Europa, dal fascino vagamente mitico e antico.

Discorso differente invece per i riferimenti in TFSS al decisamente meno conciliante genere industrial: emerso intorno al termine degli anni ’70 come conseguenza estrema di certo punk rock e musica d’avanguardia, rappresentò una sotterranea ma importante nicchia all’insegna della sperimentazione sonora più abrasiva ed esoterica. I pattern ritmici ripetitivi comuni al già citato krautrock vengono esasperati fino a perdere ogni connotazione trasognante e assumono al contrario caratteri alienanti e orrorifici, spesso con l’addizione di clangori metallici, inquietanti campionamenti vocali e sferzate di rumore puro. I Coil di John Balance e Peter Christopherson, gli Psychic TV di Genesis P-Orridge e gli Swans di Michael Gira e Jarboe sono tre delle formazioni più seminali del genere (e a quanto pare molto amate anche da Nagano), i cui membri negli anni hanno saputo non solo esplorare anfratti musicali oscuri ma anche riorientare intelligentemente il loro sound verso direzioni assai diverse e suggestive. Una colonna sonora ideale per i capitoli più cupi del manga, come quelli in cui entrano in scena i Cavalieri del seguito di BothYasFort (malvagio e potente avversario di Amaterasu) o i guerrieri del nero regno di Umoth (evidente incarnazione fantastica del Reich nazista).

Infine, la più recente passione musicale in ordine di tempo che Mamoru Nagano celebra nella sua opera è rappresentata dalla musica elettronica di fine anni ’80 e primi anni ’90. In particolar modo il volume 6 è ricco di omaggi: in questa sezione del manga ambientata nella città futuristica di Zanda City house, trance, techno e dance music fungono da vero tappeto sonoro della narrazione, accompagnando i personaggi nelle vignette sotto forma di onomatopee o di volantini musicali e scritte che tappezzano i muri degli sfondi. L’intera metropoli ha l’aspetto di un enorme club a cielo aperto, invaso da luci stroboscopiche e traboccante di droghe - qui smerciate liberamente come prodotti da banco; sembra quasi di scorgere la Neo-Tokyo al neon dell’Akira di Katsuhiro Otomo (nel capitolo si intravedono pure delle bande di motociclisti). Tra tutti gli interessi musicali dell’autore questo rappresenta probabilmente il più pop e meno solipsistico, anche se comunque ben collocabile all’interno della collezione di ascolti dell’artista: tanti producer di musica elettronica del periodo furono infatti ampiamente influenzati sia dalla psichedelia cosmica settantiana sia dai battiti industrial ottantiani.

Come ultimo possibile spunto di riflessione sul legame fra musica e fumetto all’interno di The Five Star Stories, è possibile provare a raccogliere un’affascinante chiave d’interpretazione dell’opera offerta quasi distrattamente da Mamoru Nagano stesso all’interno del manga. In una delle tavole presenti all’interno del volume 7, il Cavaliere Konig e la sua fatima Ochestro stanno settando il loro mortar headd per la battaglia: in una nota a piè di pagina l’autore si premura di specificare che “una buona parte del linguaggio tecnico dei mezzi meccanici in The Five Star Stories deriva dalla strumentazione musicale, mentre quello tipico militare non è granché usato”. L’intera serie in effetti pullula di oscure terminologie tecniche, specie appunto nelle sezioni in cui Cavalieri e fatima si scambiano freneticamente informazioni legate al controllo dei robot nelle fasi di combattimento. Sebbene i vocaboli utilizzati da Nagano sembrino realmente provenire dal lessico meccanico e bellico (cannoni, giunzioni, motori…), è suggestivo ipotizzare tuttavia anche un ruolo allegorico rivestito da personaggi e macchine all’interno della storia: il mortar headd è in realtà uno strumento musicale, il Cavaliere l’artista che lo suona e la fatima l’ispirazione che unisce uomo e oggetto. In questo senso (e alla luce anche di tutte le altre considerazioni già fatte nel resto di questo approfondimento) l’intera serie potrebbe essere dunque riletta come l’epica narrazione delle vite degli artisti, personalità eccentriche e fuori dal comune che tramite il sapiente utilizzo di un mezzo tecnologico e una potente forza catalizzatrice sono in grado di compiere imprese straordinarie – non legate alla morte e alla distruzione bensì alla bellezza e alla creatività. Se la si volesse audacemente interpretare in chiave ancora più intima, The Five Star Stories si rivelerebbe in conclusione nient’altro che un infinito omaggio romantico su carta di Mamoru Nagano alla donna a lui più cara, Maria Kawamura, la musa ispiratrice e donna del destino che lo sostiene e l’accompagna da oltre 30 anni in tutte le sue vicissitudini artistiche e personali. Una canzone d’amore lunga una vita.

Articolo finito di scrivere il 27 aprile 2023.

Queen, illustrazione tratta da F.S.S. Designs 1 Easter; A.K.D (Kadokawa Shouten, 2005).

Se hai apprezzato l’articolo e vuoi contribuire al progetto Keiko - Bedroom Comics Criticism, puoi acquistare la versione cartacea della rivista seguendo le istruzioni riportate a questo link oppure farci una donazione su Ko-fi a quest’altro link. Ricorda inoltre di seguirci su Telegram, su Instagram e di condividere il nostro lavoro con altri appassionati che potrebbero essere interessati a scoprirci.

Bibliografia

Lista di album citati nell’articolo-intervista di The Five Star Stories Outline (2001):

ROXY MUSIC – Siren (LP, 1975).
SCRITTI POLITTI – Provision (LP, 1988).
THE DAMNED – Phantasmagoria (LP, 1985).
SKIN – Blood, Women, Roses (LP, 1987).
NEU! – NEU! ‘75 (LP, 1975).
THE EDGAR WINTER GROUP – They Only Come Out At Night (LP, 1972). La copertina presente nell’articolo del volume fa riferimento alla versione dell’album pubblicata in vinile nel 1973.
NEW YORK DOLLS – New York Dolls (LP, 1973).
KLAUS NOMI – Encore… (compilation, 1983).
RICK DERRINGER – Spring Fever (LP, 1975).
THE ROLLING STONES – Their Satanic Majesties Request (LP, 1967).
NEW ORDER – Blue Monday ’88 (singolo, 1988). La prima versione del singolo risale al 1983.
GARBAGE – Garbage (LP, 1995).
EMERSON, LAKE & PALMER – Emerson, Lake & Palmer (LP, 1970).
FINITRIBE – Noise, Lust & Fun (LP, 1988).
THE BEACH BOYS – Pet Sounds (LP, 1966).
ISABELLE ADJANI – Isabelle Adjani (LP, 1983).
2 UNLIMITED – No Limits (LP, 1993). La copertina mostrata nell’articolo fa riferimento alla versione dell’album pubblicata dall’etichetta Radikal nel 1993.
CURVE – Doppelgänger (LP, 1992).
UTOPIA – Utopia (LP, 1973).
LAIBACH – Nova Akropola (LP, 1989).
THE BOO RADLEYS – Lazarus (singolo, 1992).
PUBLIC ENEMY – Can’t Do Nuttin’ For Ya Man (singolo, 1990). La copertina mostrata nell’articolo fa riferimento alla versione del singolo pubblicata in vinile nel 1990.
UTAH SAINTS – Utah Saints (LP, 1992). L’immagine mostrata nell’articolo fa riferimento all’artwork interno dell’album.
MARILYN MANSON – Portrait of an American Family (LP, 1994).
PUBLIC IMAGE LTD – Public Image (LP, 1978).
FRONT 242 – Geography (LP, 1982). La copertina mostrata nell’articolo fa riferimento alla versione dell’album ripubblicata nel 1992.
STATUS QUO – Hello! (LP, 1973).
MASAHARU IWATA, HITOSHI SAKIMOTO & HAYATO MATSUO – All Sounds of Ogre Battle (LP, 1993). Colonna sonora del videogioco per SNES sviluppato da Quest Corporation Ogre Battle: March of the Black Queen (1993).

comments powered by Disqus